La Costituzione Italiana sancisce la Tutela e lo Sviluppo dell’Artigianato, quale Patrimonio Economico e Culturale dei nostri Territori e delle nostre Comunità (prima ancora che della singola impresa artigiana in quanto tale).
Questa è la visione sulla quale si deve lavorare per costruire un Nuovo Futuro dell’Artigianato #MadeinItaly, un Nuovo Umanesimo della Creatività.
Il legislatore, in virtù dell’Art. 45 della Costituzione, avrebbe dovuto mettere in atto una serie di azioni di tutela e di sviluppo dell’Artigianato – quale insieme di capitale umano, materiale e immateriale detentore di Saperi e di Competenze propri del “Saper Fare Creativo” – in funzione del suo straordinario e distintivo valore, storico e potenziale, economico e culturale.
Tale “valore” rende un prodotto artigianale superiore rispetto ad un prodotto realizzato nelle Industrie e, quindi, in serie.
L’opera artigiana, infatti, è prestata in prevalenza dal lavoro personale del singolo, secondo un processo non standardizzato nel quale, di regola, ciascun prodotto è un pezzo unico in quanto lavorato singolarmente. Ciò comporta, con evidenza, un costo maggiore di questi prodotti rispetto a quelli di derivazione industriale e, quindi, la necessità di predisporre forme maggiori e specifiche di tutela e di sviluppo a favore del settore, rispetto alle più competitive dinamiche del mercato.
Il “valore” del prodotto artigianale è, inoltre, caratterizzato dal suo legame col territorio in cui viene realizzato e, quindi, dalla storia e dalle tradizioni di quel luogo e di quella comunità, nonché dalle contaminazioni sociali e culturali che sullo stesso si determinano nello svolgersi del tempo.
Anche per questo motivo, l’Artigianato – a seguito della Legge Costituzionale n.3 del 2001 che ha modificato il Titolo V della Costituzione – ai sensi dell’Art. 117, è divenuta materia di esclusiva competenza delle Regioni. La Regione Lazio si è dotata della Legge n.3/2015. Ad oggi, dopo 8 anni, risulta di fatto inattuata sotto molti aspetti, soprattutto quelli principali e sostanziali.
È, quindi, sotto gli occhi di tutti come le politiche messe in atto in questo ventennio, in particolare dalla Regione Lazio, ma non solo – alla luce di quanto prescritto dalla Costituzione nel suo articolo 45 – non siano state, invece, in grado né di tutelare il Patrimonio esistente, né, tanto meno, di creare le condizioni per favorire la trasformazione del soggetto “Artigiano” (ossia dell’insieme dei soggetti “Artigiani”) in un soggetto capace ed in grado, non solo di resistere, ma di competere in un mercato globalizzante e di conseguenza in una dinamica economica complessa e spietata.
La Costituzione indicava – attraverso il concetto di “Sviluppo” – la strada per questa trasformazione evolutiva, necessaria affinché – innestando innovazione, non solo tecnologica e digitale, ma anche di Metodo organizzativo e di Processo produttivo – non venisse dispersa la tradizione in favore di un processo di massificazione. Questo, purtroppo, non è avvenuto.
Il passaggio dell’ “Artigiano“, quale soggetto protagonista dell’Artigianato, a “soggetto evoluto” in grado di organizzarsi al “passo ed in linea coi tempi” non c’è stato e le Regioni hanno la responsabilità, da una parte, di non aver messo in atto politiche virtuose per favorire questa trasformazione evolutiva e, dall’altra, hanno, ancora oggi, il dovere di provare a metterle in atto.
L’art. 45 della Costituzione è dunque rimasto disatteso e la conseguenza di tale inadeguatezza e negligenza è sotto gli occhi di tutti. Questo è quello che è accaduto solo a Roma negli ultimi 30 anni:
Appare, quindi, chiaro come il principio costituzionale preveda la Tutela e lo Sviluppo dell’ “Artigianato“, quale Patrimonio Economico e Culturale d’insieme, ancor più che specificatamente della singola Impresa Artigiana in quanto tale.
Oggi la gran parte dei Maestri Artigiani non sono e non hanno più un’Impresa come, purtroppo, neanche una Bottega, ossia un luogo, su strada, aperto al pubblico, che possa essere definito tale. Non ha (più) senso, oggi, subordinare il “riconoscimento” della figura di “Maestro Artigiano” al soggetto titolare di “Impresa“, come, purtroppo, non ha più senso immagine la “Bottega-Scuola” come strumento di attrazione e di trasferimento generazionale dei Saperi e delle Competenze, per il semplice motivo che le “Botteghe” non ci sono più (o quasi).
La considerazione di questi aspetti è di fondamentale rilevanza al fine di poter intraprendere percorsi di Tutela concreta e di Innovazione del Sistema in grado di risollevare il destino dell’Artigianato nel suo insieme e, quindi, conseguentemente favorendo l’evoluzione dell’imprenditoria artigiana, rigenerarne anche il modello organizzativo e produttivo, così da prefigurare nuovi scenari futuri di fondamentale rilevanza, qualificazione e potenzialità economia e culturale, non solo per il Lazio, ma per TUTTO il Bel Paese “Italia“.
[…] un appello ai Politici che si candidano alla Regione Lazio, affinché – come prescrive la Costituzione – facciano scelte coraggiose ed innovative per la Tutela concreta e lo Sviluppo innovativo […]
Buonasera, vorrei sapere se è necessario essere un artigiano con partita iva. Io sono una dei tanti artigiani che hanno la passione di creare, ma aprire una partita iva con i costi che ne derivano, rimane sempre un grosso problema perché non è sufficiente vendere i propri prodotti nei mercatini per poter sostenere tali spese. La passione c’è ma la burocrazia troppo standardizzata, non permette questo importante passo avanti. Grazie.
Mirella Pistilli
Salve Mirella, per aderire alla Rete non serve la partita iva.
Con il questionario stiamo censendo i “saperi” e le “competenze”, le vere e preziose capacità degli Artigiani.
Con il progetto di rete non sarà indispensabile avere la partita IVA. Se poi, come auspichiamo, ciascuno traendone benefit potrà trovarsi nella condizione di poterlo fare, tanto meglio, ma non è una pregiudiziale. Stiamo parlando di ARTIGIANATO ossia di SAPER FARE CREATIVO … non di COMMERCIO o altre attività tipicamente d’impresa !