Artigianato Artistico a Roma. Uno sguardo al passato per scrivere il futuro

Angelo Brasi e il Made in Rome

Roma è la capitale culturale del mondo. È un sogno per qualunque essere vivente.

L’arte che si respira in qualsiasi angolo di strada, insieme al clima ed al cibo, sono da sempre un’attrattiva irresistibile per i turisti. La città splende come una gemma preziosa iridescente e può considerarsi una sorta di “Grande Bellezza” universale, per citare il titolo del noto film recente premio Oscar.

Per evidenziare ad esempio quanto la “città eterna” sia amata da tutti, basta leggere le commosse espressioni di rammarico da parte di intellettuali (e non solo) di tutto il mondo dopo i recenti danneggiamenti alla “Barcaccia” ad opera di teppisti olandesi.

Una consistente parte dei meriti per l’immenso splendore della città va sicuramente attribuita all’opera costante degli artigiani romani che da sempre si impegnano con estrema laboriosità e competenza.

L’artigianato dei rioni Monti e Trastevere (ed altri) non è famoso solo perché il suo folclore riporta ad antichi fasti ma lo è soprattutto per il fatto che l’arte risulta nel DNA dei romani ed i manufatti dei loro artigiani continuano ad esercitare un indiscutibile fascino in tutto il mondo.

Si possono notare così piccole aziende artigianali (cappellifici, sartorie, produzioni di foto artistiche ecc.) che, nonostante la crisi, riescono ancora ad esportare la quasi totalità della loro produzione. Esistono pasticcerie storiche che lavorano con metodi immutevoli da più di un secolo e, essendo inserite nei programmi di molti tour-operator nel mondo (ce n’è una proprio in via della Luce a Trastevere), ogni giorno vengono visitate da numerosissimi turisti.

Solo per completare l’argomento si fa presente che lo scrivente è orgoglioso di conservare in casa oggetti acquistati negli anni sessanta, come una lampada costruita da un artigiano fabbro-ferraio in piazza Mastai a Trastevere ed un tavolinetto prodotto con un’unica radica di noce da un abilissimo falegname di via Giulia.

Lo scorso dicembre l’associazione culturale “Artys” insieme al “Faròarte”, consorzio cooperativo operante nel settore dell’artigianato, sono stati i promotori di un Foro dell’Artigianato Artistico, tenuto presso la Nuova Fiera di Roma, finalizzato alla valorizzazione delle imprese “Made in Rome”, nell’ambito delle piccole iniziative artigiane operanti a Roma e nel circondario.

Lo scopo di tale “Foro” è nobile in quanto può considerarsi un tentativo per riportare l’artigianato artistico romano agli splendori del passato, arte perdurata per secoli ma che a partire dagli anni sessanta ha iniziato un marcato declino.

Tale promozione non deve essere considerata solo un’idea romantica fine a se stessa ma può sicuramente essere accreditata di basi contenenti elementi pratici per il rilancio dell’asfittica economia cittadina.

Certamente per l’artigianato artistico romano qualcosa di sicuro è stato fatto e si sta facendo ma bisogna impegnarsi per fare ancora di più.

Artigiani del Cibo Made in Rome

E’ stato fra l’altro approvato dal Consiglio Regionale del Lazio, “Il Testo Unico per l’Artigianato” in cui sono messi a disposizione 12 milioni di euro per lo sviluppo dello specifico settore. In tale “Testo”, oltre a sottolineare il fatto che un’impresa si considera artigiana ove risulti prevalente “il lavoro” quale fattore complessivamente organizzato si specifica, in particolare, l’attribuzione della qualifica al “Maestro Artigiano” (articolo n. 39 di detto Testo) e l’istituzione della “Bottega Scuola” (art. 40). Nella fattispecie si afferma che un’impresa artigiana può diventare Bottega Scuola se è diretta da un Maestro Artigiano, la cui professionalità può essere ufficialmente riconosciuta in base ad esperienza e competenze. Un artigiano può acquisire la qualifica di “maestro” previa domanda. al C.R.A.T. (Comitato regionale per l’Artigianato Artistico) che a sua volta trasmette il proprio parere alla CCIAA che attribuisce poi la specifica qualifica.

Le “Botteghe Scuola”, ufficializzate dai Consorzi di tutela, svolgono pertanto attività formative nello specifico settore dell’artigianato tradizionale di cui sono espressione, tramandando “saperi e mestieri”.

Nella stessa sede sono state anche poste le basi per agevolare una maggior diffusione del co-working al fine di una diminuzione dei costi del lavoro

Sono altresì allo studio, da parte degli organi governativi preposti, ulteriori provvedimenti quali il rafforzamento del fondo di garanzia e incentivi alle imprese innovative nonché l’applicazione di agevolazioni creditizie più rapide e semplificate.

E’ stato ad esempio di recente applicato, per imprese artigiane al disotto dei 10 dipendenti, l’esonero del Sistri (sistema di tracciabilità in base ai rifiuti) e la semplificazione del Durc (documento unico di regolarità contributiva).

Il merito di quanto sopra è da attribuire, in gran parte, all’opera del CNA PMI (Confederazione Nazionale dell’Artigianato per le Piccole e Medie Imprese). Quest’ultima, grazie al progetto “Impresa Facile”, ha fatto aumentare in modo notevole il numero di imprese artigiane nella nostra provincia.

Inoltre, la Coopfidi (la Confidi della predetta Cna) insieme alla Banca di Credito Cooperativo di Roma hanno lanciato il programma POR-FESR (finanziamenti a tassi agevolati garantiti da fondi europei). Proprio di recente, la citata Coopfidi ha pubblicato un “Bando Inail” per finanziamenti a favore di aziende che migliorino la sicurezza sul lavoro e, cosa decisamente encomiabile in quanto può riguardare più direttamente la creazione di nuove piccole imprese artigiane, ha lanciato una campagna di finanziamenti per coloro che intendano avviare una nuova iniziativa imprenditoriale (programma denominato “start up”; ovviamente ogni singola operazione di finanziamento è limitata all’importo di 4.500 euro).

E’ comunque ancora da perfezionare l’applicazione fiscale che deve essere più equa o quanto meno non vessatoria: da una simulazione si è potuto apprendere (dati C.N.A.) che non risultano ancora del tutto soddisfacenti alcuni nuovi parametri fiscali proposti recentemente a livello governativo. Infatti, sia per i predetti motivi sia per l’elevato costo del lavoro, il fatturato delle aziende che si occupano di artigianato artistico nella nostra provinciaha fatto registrare in questo ultimo periodo un’ulteriore leggera flessione.

Proprio per smuovere questa situazione di “stallo” (che purtroppo coinvolge gran parte del territorio nazionale), il Ministero dello Sviluppo Economico è intenzionato a mettere a disposizione 260 milioni per l’incremento del “made in Italy” e, in merito, non sarebbe una cattiva idea che Roma, in quanto capitale, possa un giorno ospitare una sorta di “fiera permanente dell’artigianato italiano”, organizzata per regioni ovvero per tipologia di prodotti.

È altresì indispensabile difendere dette iniziative artigianali dagli innumerevoli tentativi di goffa contraffazione ad opera di produttori stranieri (quasi sempre orientali). Ambito questo in cui è triste ammettere che non si stia facendo quasi nulla.

Risulta utile sottolineare, infine, che la promozione dell’artigianato è da considerarsi un positivo investimento non solo sotto il profilo commerciale ma anche per quanto riguarda l’aspetto psicologico: è dimostrato da precisi dati statistici, infatti, che un commerciante qualora dovesse malauguratamente avere dei problemi finanziari, cade in depressione molto più spesso di un artigiano il quale, a parità di condizioni, conserva una serenità che solo l’amore per l’arte può donare all’animo umano.

Tutto ciò che è artistico comporta qualcosa di eterno ed indispensabile per l’uomo; è pertanto sempre valida l’espressione che dice: “nell’osservare il mondo che ci circonda e nell’analizzare il passato (e soprattutto nel rispettarlo), si può sicuramente scrivere la storia del nostro futuro”.

Angelo Brasi

pubblicato anche su “Il Corriere del Management

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