Città e cultura: Parigi batte Roma. Ma perchè ?

Una classifica pubblicata da Business Insider ha indagato il rapporto tra città e cultura, ponendo Parigi prima e Roma in fondo, vediamo perché.


Quello tra le città e la cultura è un rapporto simbiotico, che vede la seconda dimensione non come un fregio, ma come linfa vitale.

FaròArte per il #MadeinRome si batte fin dal 2011 – anche attraverso la funzione e lo sviluppo del portale #RomaCreArtigiana – per promuovere proprio questa linfa, fatta di bellezza, di saper fare, di creatività. Una lotta che spesso sembra andare controcorrente rispetto ad un’economia cittadina avversa alle piccole imprese creative e ad una sostanziale indifferenza da parte del mondo delle istituzioni, pubbliche e private.

Questa ostilità dell’ambiente economico romano al mondo creativo e culturale emerge confermata anche dalla classifica pubblicata da Business Insider alcuni giorni fa, che ordinava le città in ordine di offerta culturale.

Al primo posto troviamo Parigi, ma Roma non la segue né sul podio né nella top five. Com’è possibile che la città che è stata motore e centro di diffusione della cultura occidentale sia così in basso nell’elenco? Per capirlo occorre spiegare le origini di questa classifica.

Si tratta del frutto di uno studio dell’osservatorio “Cultural and Creative Cities Monitor“, della Commissione Europea, ideato e portato avanti dalla ricercatrice Valeria Montalto.

Lo studio

Lo studio fotografa l’offerta culturale di ciascuna città Europea con una lista di parametri che favoriscono lo sviluppo culturale delle città.
Da questi dati le città italiane si ritrovano ad essere fanalino di coda, con la sola eccezione di Milano che si aggiudica il quarto posto.

La ragione è semplice: se nelle città italiane si registra una grande vivacità culturale, è altrettanto vero che questa vivacità non trova una cornice economica. Ciò che manca in Italia è una economia della creatività, che sappia investire e retribuire il talento creativo.

Un’economia che però possiamo arrivare lentamente a costruire, grazie a iniziative condivise e ad una cittadinanza attiva, che aiuti anche l’organizzazione infrastrutturale e la possibilità di fruizione della cultura e dei frutti del lavoro creativo.

La strada da fare è lunga e in salita, ma fortunatamente siamo in molti a volerla percorrere.

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