Il Ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini, il 19 gennaio, in occasione di un incontro al Caffè Greco, ha annunciato l’intendimento di riattivare gli spazi artigiani delle Botteghe che caratterizzano il lungo prospetto fronte Tevere del Complesso del San Michele a Ripa, poco prima di Porta Portese, nel quale hanno sede anche alcune direzioni del ministero.
Le 36 Botteghe furono edificate nel ‘700 e da allora fino alla fine degli anni ’60 utilizzate per le attività artigiane. Sono quindi chiuse da oltre 45 anni, anche se nel 2004 furono restaurate su iniziativa dell’allora Ministro Urbani; l’obiettivo di destinarle ad attività culturali è rimasto però solo sulla carta.
Dal 2011, il progetto partecipato per il Made in Rome – nato dall’iniziale intuizione dall’architetto Cristiano Mandich (autore anche del Piano di Comunicazione Nazionale del Patrimonio Culturale, adottato dal 1993 dallo stesso MIBACT www.MirabiliaItalia.it) – è stato in questi anni convintamente promosso dal Consorzio FaròArte che ne ha sviluppato l’ambizioso ed articolato programma, proponendo – tra gli altri obiettivi – quello di riqualificare i 1500 metri quadrati delle 36 botteghe per destinarli alla realizzazione di un innovativo concept store condiviso dell’artigianato romano di eccellenza.
La visione progettuale – sviluppata da FaròArte con l’apporto open source di prestigiose realtà e competenze professionali, imprenditoriali e istituzionali della Città, nonché con la progressiva adesione di centinaia di Artigiani, Maker e Creativi ed il significativo consenso popolare raccolto vincendo nel 2015 il casting delle Idee per Roma (la prima piattaforma romana di consensus building promossa dall’Associazione Capitale Roma, presieduta da Renato Giallombardo) – prefigura un’innovativa gestione strategica di marketing in co-Branding & co-Market & co-Factory.
Strategia concepita per promuovere – rispetto ai tradizionali ed oramai sempre meno competitivi format commerciali – la rappresentazione identitaria più ampia, plurale e partecipata della migliore espressione del saper fare creativo romano, attraverso modalità di allestimento e di comunicazione che – in una attrattiva, coinvolgente e stimolante atmosfera multi-sensoriale – proponga un viaggio esplorativo ed esperienziale per valorizzare tutte le potenzialità percettive, applicative e culturali dell’offerta creartigiana verso i diversi target: cittadini e turisti, appassionati ed operatori del settore, referenti e promotori internazionali, imprese ed enti.
La proposta progettuale si coniuga con l’iniziativa sostenuta da Confartigianato Imprese Roma e da CNA Roma che nel dicembre scorso hanno scritto congiuntamente al Ministro Franceschini per sollecitare l’attenzione sul tema della riapertura delle Botteghe, sottolineandone il valore attrattivo di “luogo ideale per offrire al cittadino, al turista, allo studioso e all’artista, la possibilità di condividere le ricchezza delle esperienze legate all’artigianato artistico di qualità e creativo”, tale da “rappresentare un volano per il rilancio del distretto produttivo dell’artigianato romano, con ricadute in termini di economia reale e finanziaria”.
Nel progetto per il Made in Rome la riapertura delle Botteghe si completa con la riqualificazione anche della contigua area dell’Arsenale Pontificio; un ettaro con oltre 25.000 metri cubi di archeologia edilizia (il cantiere navale costruito anch’esso nel ‘700 ed anch’esso inutilizzato da decenni) nella quale è prevista la realizzazione di un grande, innovativo e futuristico Art.Hub del Saper Fare Creativo romano, il Campus Work&Show della ricerca, della contaminazione e della condivisione creativa, formativa, produttiva e culturale.
Botteghe ed Arsenale andrebbero quindi a costituire il Foro poli-funzionale dell’Artigianato Artistico e Creativo romano, il quadrante urbano capace di restituire nuova rilevante centralità, visibilità, riconoscibilità e fruibilità all’artigianato romano.
Il “Foro del Fare Creativo” verrebbe così a rappresentare il modello e il volano diffuso per il reale rilancio economico, sociale e culturale di uno dei comparti più caratterizzanti la storia di Roma, composto oggi da un universo quasi invisibile di micro-economie disperse, penalizzate negli ultimi decenni da un’inadeguata capacità di tutela e di evoluzione rispetto alle nuove dinamiche competitive del mercato.
articolo di Carlo d’Aloisio Mayo pubblicato su Capitale X Roma
Mi interessa il progetto. Complimenti spero vada in porto. Mi farebbe piacere offrire collaborazione.
Bellissima iniziativa, perché non metterci artisti artigiani orafi, che lavorano il tombolo il chiacchierino il macrame’ che insegnano la loro arte ? Vi ringrazio per l’attenzione che mi avete dato se mi tenete informata delle vostre iniziative .
… sarebbe anche ben da raccontare la storia del perché sono chiuse da 40 anni … come la storia delle Botteghe aperte a Tor di Nona per farle morire d’inedia …
Ci puoi raccontare la storia con i motivi a cui ti riferisci?
Interessante.MI occupo di vetrate artistiche da molti anni…mi piacerebbe avere informazioni più dettagliate.
Bellissimo
Mi piacerebbe partecipare come artista ed artigiana. Ridiamo vita all’artigianato. Lavorare con le mani aiuta la mente ad essere più serena. Ci vorrebbe proprio un mondo più sereno .
Grazie
Sono un artigiano restauratore. Sono interessato al progetto.
..anche io lo sono. Come si può fare per avere più informazioni?
Bella e interessante iniziativa questa. io mi occupo dell’ENCAUSTO, l’antica tecnica pittorica molto apprezzata da Imperatori Romani è anche La più completa di tutti i tempi. Cogliere questa occasione è un’opportunità anche per la città di Roma di far rivivere una delle più antiche e misteriose botteghe d’arte da secoli dimenticata.