Intervista a Sante Gabriele Narcisi, candidato alla Regione Lazio

Sante Gabriele Narcisi, di Pescara, vive a Marino, classe 1970, consulente di marketing, già Presidente del Consiglio Comunale di Marino, è candidato alla carica di Consigliere della Regione Lazio con la Lista del MoVimento 5* nel Collegio di Roma e Provincia, a sostegno della Candidata Presidente Donatella Bianchi.

Sante Gabriele Narcisi ha manifestato adesione e sostegno al Programma Regionale per un “Nuovo Modello di Sviluppo” dell’Eco-Sistema del “Saper Fare Creativo e Culturale” Romano & del Lazio elaborato da FaròArte e proposto a tutti i Candidati alla Regione Lazio.


L’Intervista

D. L’Artigianato, in particolare quello riconducibile al Patrimonio storico del “Saper Fare Creativo“, sta vivendo una crisi strutturale oltre che congiunturale. La slide allegata è piuttosto eloquente: nel solo Centro Storico di Roma si è passati dalle circa 5.000 Botteghe Artigiane degli anni ’90 alle meno di 500 attualmente censite.
Quali sono le sue valutazioni al riguardo ?

R. L’artigianato e l’arte sono al tempo stesso attività economica, creazione di bellezza e custodia di storia e tradizioni. Tutelarli e supportarne le attività significa non solo dare opportunità di lavoro e di creazione di ricchezza ma anche, se non soprattutto, opporre alla visione consumistica ed alla “mercificazione delle emozioni” una cultura del bello e del prezioso. Un oggetto o un’opera realizzati da un artigiano devono poter far percepire il proprio valore a fronte di oggetti industriali globalizzati ed a basso costo che sviliscono, molto spesso, il lavoro creativo ed artistico e regalano al compratore un’emozione immediata ma destinata a spegnersi velocemente.

La nostra vita è fatta di tante attività necessarie, di tante attività imprescindibili per “far girare la ruota” ma poi sono le arti e la bellezza a renderla ricca, a “darle sale”. Sostenere l’artigianato artistico significa sostenere la cultura, oltre che un settore economico ed è per questo che assume un valore ed un’importanza ancora maggiori.

Si tratta di un’attività complessa che deve necessariamente coinvolgere tutti gli attori dell’ “ecosistema” di riferimento: non solo le pubbliche amministrazioni ma le università, gli enti ed i soggetti privati dediti alla formazione, gli operatori turistici, del marketing, della creatività e della cultura, affinché insieme agli artigiani possano muoversi in maniera coordinata e che dia valore a tutti. È complesso ma fattibile e necessario, per tornare ad avere centri storici e spazi dedicati che facciano percepire il reale valore delle realizzazioni e contribuiscano a fare argine ad un consumismo a basso prezzo ed all’abbandono ed all’oblio di certe arti e mestieri.

Spazi (non solo fisici ma anche “virtuali” a supporto) che valorizzino il nostro unico patrimonio artigianale e creativo consentano alle nuove generazioni di tener vive e rinnovare certe attività e tradizioni. Non servono enormi risorse: si inizia con una ferma volontà e una capacità di ascolto e coinvolgimento che portino alla corretta destinazione di tali risorse che, in questo settore, sono un investimento certamente produttivo ed un sicuro volano per la rigenerazione di grandi potenzialità economiche, sociali e culturali.


D. L’Art. 45 della Costituzione, al 2° comma, recita: “La legge provvede alla Tutela ed allo Sviluppo dell’Artigianato“. L’Art. 117 ne attribuisce la competenza alle Regioni. La Regione Lazio con la Legge n.3/2015 ha normato la materia. Ad oggi, dopo 8 anni, la stessa legge risulta sostanzialmente inapplicata.
Quale è la sua valutazione sulla Legge Regionale del Lazio e quali ritiene possano essere le cause della sua attuale mancata attuazione e quali le soluzioni per renderla uno strumento realmente funzionale alla Tutela ed allo Sviluppo dell’Artigianato ?

R. Non sono un esperto del settore ma la L. 3/2015 appare completa nelle sue previsioni e tutelante per la categoria, il problema però è il solito: una buona legge è solo l’inizio. Può solo creare le condizioni, i presupposti abilitanti per un’azione politica concreta di sviluppo e supporto, un’azione politica che, in questo settore, è complessa viste le variabili in campo, la numerosità dei soggetti da coinvolgere, un mercato di riferimento e abitudini di acquisto e consumi in rapidissima evoluzione.

L’azione politica va organizzata dando reale ascolto agli esperti di settore, con capacità di accogliere le istanze degli operatori e la volontà determinata di coinvolgere i soggetti interessati della pubblica amministrazione nonché i portatori di interesse privati. Approvata la legge inizia la vera politica, che deve focalizzarsi sul tema cogliendone la strategicità ed essere al passo con la rapida evoluzione dei tempi, anche per quanto riguarda la propria previsione normativa.


D. FaròArte ha elaborato e proposto il Programma al quale ha aderito e che individua alcune specifiche linee di azione per costruire Tutela concreta e Sviluppo innovativo oggi necessario ed urgente per generare un “Nuovo Futuro dell’Artigianato” #MadeinLazio.
Quali sono le sue valutazioni su quanto contenuto nel Programma ?

R. È certamente compito delle Istituzioni e della politica “governare responsabilmente i fattori di crisi per evolverli in opportunità e agevolarne i processi, garantendo terzietà, inclusività e pluralità nella gestione delle risorse” e le esigenze e gli aspetti messi in evidenza da FaròArte sono certamente frutto di esperienze ed osservazioni di esperti che devono essere oggetto di attenzione, riflessione ed azione.

È complesso, come dicevo, coinvolgere tanti soggetti e farli remare nella stessa direzione (l’ho sperimentato personalmente, anche se su scala ridotta, nella mia esperienza amministrativa) ma fattibile, se con idee chiare e ed obiettivi fermi. La Regione ha le risorse e gli strumenti per esercitare i ruoli di definizione di obiettivi ed attività e di guida e riferimento per la loro realizzazione.

Attività ed obiettivi che “coniughino creatività ed innovazione di sistema, metodo organizzativo e di processo” come FaròArte sottolinea. Azioni concrete che ridiano ossigeno alle attività più deboli, diano la possibilità di creare nuova piccola imprenditoria, rilancino la cura ed il decoro dei nostri centri storici e valorizzino le percezione identitaria e culturale dei nostri territori.

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