La “città intelligente” non può prescindere dalla considerazione che siano i propri cittadini ad esserlo comunicando la propria identità culturale, riumanizzando il loro rapporto con gli altri attraverso la comunicazione.
Le città, oggi, sono il “paesaggio” di una umanità che sembra credere solo nel consumo.
Nella transizione verso Roma smart city, FaròArte propone attenzione alla sua riumanizzazione anche attraverso la riedizione del Progetto Mirabilia, quale strumento qualificato dall’esperienza già maturata con l’avvio del progetto su Roma nel 1999 e con la sua adozione nel 2000 da parte del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, ma soprattutto per gli effetti del perfezionamento della pianificazione del sistema comunicazionale pubblico così come definito nel 2014 dalla Commissione Commercio Capitolina, presieduta da Orlando Corsetti.
All’inizio degli anni ottanta si sviluppò, da parte del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e gli Uffici Periferici dello stesso preposti alla salvaguardia del patrimonio culturale del Paese, un forte impulso per la fruizione e per il restauro dei complessi architettonici, delle aree archeologiche e dei monumenti in genere. Basti ricordare la legge speciale per Roma, del 1980, promossa dall’allora Soprintendente Archeologico prof. Adriano La Regina che riuscì, fra gli altri tanti interventi, a ricongiungere il Colosseo, utilizzato fino a quel momento come rotonda, con la via Sacra e di conseguenza con l’Arco di Tito e con tutta l’area archeologica del Foro Romano e del Palatino.
Anche Pompei rientrò nelle azioni di restauro con un colossale progetto Fio- Bei 1984-1988.
In quel decennio non fu solo pensato di porre in atto misure notevoli per la conservazione dei monumenti, ma si pensò anche di supportare i percorsi di visita con dei pannelli atti a fornire spiegazioni immediate su ciò che si stava visitando e vedendo.
Da ricordare anche il “Progetto Etruschi” – 1986 – della Regione Lazio, sulle aree archeologiche dell’Etruria Meridionale che vennero dotate di supporti informativi e d’orientamento e i “Giacimenti Culturali” promossi nel 1987 da Gianni De Michelis con un finanziamento di 537 miliardi delle vecchie lire per progetti di informatica atti a catalogare, raccogliere, descrivere e valorizzare il patrimonio archeologico, archivistico, storico e artistico italiano.
Fu allora che nacque il “Progetto Mirabilia“ con l’idea di Cristiano Mandich di creare un sistema informativo in situ sull’aspetto originario dell’oggetto architettonico, che maturò nel marzo del 1999 allorquando Ministero per i Beni e le Attività Culturali e Roma Capitale, con una conferenza stampa tenutasi a Castel Sant’Angelo, inaugurarono il percorso monumentale – oltre 200 siti – della Capitale con l’installazione di pannelli in prossimità dei principali monumenti riportanti informazioni e grafici sulle architetture.
Fu un’esperienza straordinaria in quanto, attraverso le installazioni di questi supporti informativi, si poté “dare voce” a chiese, monumenti e siti archeologici, corredandoli, per la prima volta, di un pannello che ne descriveva i caratteri stilistici attraverso grafici, spiegandolo con un breve testo, in italiano ed inglese, scientificamente corretto e giornalisticamente divulgativo, in particolare rivolto al pubblico internazionale che popolò Roma durante il Grande Giubileo del 2000.
La nota di rilievo e che fece la differenza con altre proposte, fu che il progetto si realizzava senza costi per l’Amministrazione perché finanziato da sponsor privati.
Oggi, a buona ragione, si può affermare che il “Progetto Mirabilia” ha rappresentato l’inizio di un lavoro sistematico, finalizzato alla comunicazione dei beni culturali, nato da un’idea assolutamente originale e di enorme valore civico-culturale.
Forse, anche per questo, nel dicembre del 2000, il Ministero per i Beni e le Attività Culturali lo adottò come “Piano di Comunicazione del Patrimonio Culturale Nazionale“, con ciò confermando che si poteva promuovere la conoscenza del nostro patrimonio culturale in perfetta sintonia con l’art. 9 della Costituzione ed al tempo stesso generare un indotto occupazionale, diffuso su tutti i territori, per storici dell’arte, architetti e archeologi, rilevatori, disegnatori, grafici, traduttori e linguisti; il tutto finanziato da sponsor che, con il proprio logo garbatamente inserito nel pannello, risultavano sostenitori culturali, rimarcando un ruolo, non solo consumistico, nei circuiti delle affissioni stradali.
Il progetto si connotò nel suo procedere come uno strumento importante per la fruizione collettiva e per le Istituzioni. In tal senso va sottolineato il valore della delibera n. 50 del 30 luglio 2014 di Roma Capitale, in materia di esposizione della pubblicità e di pubbliche affissioni, che, inserendo agli articoli 6.1 ter, 6.1 quater e 20, i criteri per la sua realizzazione, permette di fatto l’attuazione completa del Progetto Mirabilia.
La procedura adottata da Roma Capitale detta le condizioni per realizzare la missione completa del progetto che, oggi, con l’evoluzione tecnologica degli impianti, lo pone come perno di sviluppo della “città intelligente” e che si racconta per generare, attraverso la sua storia, interesse e partecipazione al proprio futuro.
Futuro che ci auguriamo molto prossimo…. e sul quale torneremo presto a dibattere.
Dionisio Mariano Magni, presidente di FaròArte per il #MadeinRome
Per approfondimenti e dettagli sulla storia del Progetto Mirabilia e sulle sue finalità sostenute da FaròArte:
[…] riallacciandomi al precedente articolo in cui si raccontava la storia del Progetto Mirabilia (Qui il link) e me ne convincono più che mai i fatti attuali, penso che se si dimentica la storia e la […]