Dal 25 al 28 giugno del 2025 a Napoli si è tenuta la prima edizione dell’evento del “Napoli Coffee Fest“ – Salone Internazionale del Caffè presso i saloni dell’Università Federico II. Un evento che ci porta a scoprire l’anima di questa bevanda diffusa in tutto il mondo.
Il Festival ci porta a scoprire che caffè vuol dire tante cose: filosofia, cultura, voglia di stare insieme agli altri, amore. È un’alchimia una magia che ci svela il fascino della meravigliosa città di Napoli in tutte le sue forme ma non solo. Il caffè è un infinito viaggio alla scoperta di altre culture, è anche un messaggio di pace e fratellanza in un’epoca divorata dalle guerre come questa. Stare insieme allegramente e festosamente con le altre persone scambiandosi ironicamente un colpo di tazza.
Il Festival è un viaggio che ci porta a scoprire il caffè in tutte le sue mille caratteristiche e sfaccettature. Un momento di confronto fra chi produce questa bevanda ed altri esperti del settore. Un momento in cui possiamo scoprire l’arte di produrre una bevanda piacevole e rigenerante. L’arte di produrre un aroma diverso e particolare. Tostare il caffè come scolpire un’opera d’arte. Il caffè dipinge la tazzina. Ogni chicco ogni tazzina è pura magia.
Un modo per fare incontrare le persone che vengono da tutte le parti d’Italia e far nascere nuove amicizie idee e progetti. Il caffè rappresenta la varietà del nostro ambiente naturale e sociale. Possiamo gustarlo in tante varietà diverse: lungo, corto, macchiato, espresso, ristretto il Nescafé, oppure pensiamo anche al caffè alla menta che possiamo prendere al famoso locale del Caffè Pedrocchi a Padova.
Questa bevanda ci porta alla riflessione, al dibattito, alla meditazione. Pensiamo per esempio ai grandi scrittori e drammaturghi del teatro italiano del ‘900. Sembra di rivedere ancora l’anima di Eduardo De Filippo che conversa con noi mentre se ne sta sul balcone o sul palcoscenico teatrale con la sua bonarietà e la sua risata amara.
Il caffè lo bevono tanti personaggi e attori della Storia del Cinema pensiamo a Marcello Mastroianni, Sofia Loren, Roberto Benigni, Bill Murray. Pellicole di ieri e di oggi. Pensiamo anche al simpaticissimo Paolo Villaggio che quando interpreta il personaggio di Fantozzi la mattina si alza e grida: “Pina! Caffè giornali!”. Il caffè accompagna i movimenti e la mimica dell’attore in scena, ci porta ad amare il personaggio della commedia o del dramma.
Il caffè accompagna lo scrittore nella stesura del suo romanzo. Immaginiamo per esempio un grande scrittore come Andrea Camilleri intento a scrivere immerso nei suoi mille scritti. Al personaggio di Montalbano interpretato da Luca Zingaretti che sorseggia il suo caffè accompagnandolo con una sigaretta. La tazza di caffè è sempre lì come un angelo custode che incoraggia l’artista a fare a creare cose nuove.
Il caffè ci porta a scoprire i mille volti dei rioni della città. Il Festival è un tripudio di aromi, sensazioni, odori che ci portano ad amare e a valorizzare la città di Napoli trasportandoci nella ricchezza della sua cultura antica e moderna. L’odore del suo aroma è talmente intenso che immerge tutti i quartieri in un tripudio di felicità e buon umore.
L’intensità e la forza dell’odore di caffè attraversano le strade di Napoli e come un’allegra sarabanda accompagnano la vita quotidiana della gente facendo vibrare il loro cuore. Il caffè e la musica napoletana si incontrano e trasformano tutto l’ambiente circostante in una magica melodia infinita che emerge nel nostro cuore anche nei momenti più tristi.
Il caffè è musica, musica che arriva dentro l’anima come tutte le più belle canzoni di Pino Daniele. La magia del caffè ci porta ad andare oltre lo spazio e il tempo. È una via meravigliosa che ci porta ad un’eterna scoperta, ad una continua riscoperta di noi stessi.
Perché in fondo il caffè, sempre riprendendo Eduardo De Filippo, è come un’opera teatrale, uno spazio scenico che ricrea la vita per migliorarla. E allora andiamo tutti al Coffee Fest! Vi aspettiamo per la prossima edizione del 2026!
Piermarco Parracciani