Consiglio Regionale del Lazio – XI Commissione – lunedì 28 ottobre 2024 – Audizione con oggetto la Proposta di Deliberazione Consiliare n.32 del 26 luglio 2024 concernente: “Legge regionale 17 febbraio 2015, n. 3 e ss.mm.ii. – Approvazione del Piano triennale relativo agli interventi da realizzare sul territorio regionale in materia di artigianato 2024-2026.”
Qui la Convocazione all’Audizione su P.D.C. n. 32_1 del 28 ottobre 2024, ore 13,00.
Qui la Proposta di Deliberazione Consiliare n.32/2024 contenente il Piano Triennale
Qui il Contributo di FaròArte all’Audit del 28-10-2024 in Regione Lazio
Contributo ai Lavori del Consiglio Regionale
In occasione del convegno di studi svoltosi lo scorso 17 febbraio presso la Casa dell’ Architettura sul tema “Architettura & Artigianato: genesi della Grande Bellezza”, alla presenza di numerosi Maestri Artigiani, nonché dell’Assessore alle Attività Produttive Roberta Angelilli, FaròArte ha presentato una proposta di parziale Riforma della Legge Regionale del Lazio n.3/2015 specificatamente finalizzata al contesto dell’Artigianato Artistico e Tradizionale che si allega alla presente (insieme al report dell’intervento dell’Assessore).
Come evidenziano i dati camerali e ISTAT richiamati nel Piano Triennale, nonché le diverse analisi socio-statistiche realizzate e diffuse in questi anni ed anche recentemente da diversi soggetti (CNA, Confartigianato, Comune di Roma, …), oltre che ben percepibile dalla realtà che ci circonda, significativamente nel Centro Storico di Roma e nei Borghi Antichi, come anche negli altri ambiti urbani della regione, il settore dell’Artigianato Artistico e Tradizionale – storicamente caratterizzato da attività organizzate in dimensioni di micro imprenditorialità, spesso individuale o familiare – è nel pieno di una Crisi, purtroppo non solo congiunturale, quanto realisticamente strutturale di sistema che si trascina, irrisolta, da diversi decenni.
Crisi che si materializza nel prevalente progressivo, non adeguatamente contrastato e, quindi, di fatto inarrestato processo di gentrificazione per gli effetti della delocalizzazione periferica e dispersiva delle attività, ma, soprattutto, della spesso conseguente coatta condizione di deimprenditorializzazione (con frequente trasformazione della gestione delle attività in modalità “diverse”) e, quindi, con la perdita della possibilità di identificazione socio-statistica e di inquadramento dei soggetti economici, come tali non più censibili e non più supportabili con i pianificati strumenti pubblici di sostegno.
Agli effetti drammaticamente negativi di questa diffusa ed incessante rarefazione e dematerializzazione della dimensione imprenditoriale (chiusura di “Imprese” alias “Botteghe”), sopravvivono, però, le straordinarie storie dei tanti Protagonisti, ossia soggetti costituenti l’universo dei “Maestri Artigiani”, il complessivo capitale umano detentore dei Saperi e delle Competenze proprie del patrimonio storico e culturale del “Saper Fare Creativo” #MadeinLazio. Storie che, però, stanno diventando sempre più invisibili.
Dai dati riportati nello stesso Piano Triennale si evince come le Imprese stimabilmente censibili come potenzialmente di interesse per il settore dell’Artigianato Artistico e Tradizionale (in base alla aggregazione della classificazione ATECO) – oggi – rappresentino solo il 7,5% delle oltre 90.000 iscritte nei registri camerali del Lazio; percentuale che scende al 4,5% se si esclude il contesto degli “Alimentaristi” e scende allo 0,6% se si considerano solo quelle iscritte come “Attività Artistiche”. Un settore, quindi, diverso e marginale rispetto al più complessivo mondo dell’Artigianato, per la ripresa del quale occorrono interventi mirati, coraggiosi e innovativi.
Il Piano, correttamente, evidenzia e sottolinea come l’Artigianato Artistico e Tradizionale abbia rappresentato, rappresenti in parte, ancora, e possa tornare a rappresentare un “fiore all’occhiello” per la regione, in quanto essere – come anche richiamato da FaròArte – tra i principali elementi costituenti, insieme al patrimonio artistico e ad altre componenti “identitarie”, il “Paesaggio Culturale” dei nostri territori, anche quale potenziale risorsa distintiva e qualificante per promuovere un Turismo diffuso e sostenibile.
Il Piano Triennale, altrettanto puntualmente, richiama il dettato costituzionale ed il particolare l’Articolo 45 che sancisce esplicitamente la “tutela e sviluppo dell’artigianato”, con evidenza da intendersi come “settore” e non necessariamente solo come “singola impresa”.
Oggi, per l’Artigianato Artistico e Tradizionale, è necessario ed urgente delineare, promuovere, sviluppare e governare nuovi modelli imprenditoriali (HUB), incubatori fondati su modalità inclusive, collaborative e/o cooperative, in grado di riattrarre, includere e motivare tutti i soggetti Protagonisti.
D’altronde, nello stesso Piano Triennale è drammaticamente testimoniato come l’attuale modalità di riconoscimento della figura di “Maestro Artigiano” – come discriminante condizione di appartenenza ad “Impresa Artigiana” e propedeutica all’attivazione del modello di “Bottega-Scuola”, quale format individuato dalla Legge n.3/2015 per perseguire il trasferimento intergenerazionale dei Saperi e delle Competenze – si sia dimostrata alquanto inadeguata per non dire fallimentare: in 9 anni, 2 riconoscimenti su meno di 20 richieste ! (cit. Piano Triennale)
FaròArte – condividendo le analisi, gli intenti e le finalità di sviluppo delineate nel Piano Triennale, per il settore dell’Artigianato Artistico e Tradizionale, richiamandosi anche a quanto riportato nello stesso documento laddove si cita il recente studio dell’Istituto “Tagliacarne” sul processo di digitalizzazione – ritiene che il “Pubblico” debba farsi carico di “dotare il territorio di infrastrutture adeguate” e fornire indirizzo “attraverso adeguati interventi normativi e di policy”, richiamando visione, obiettivi e modalità contenute nella Relazione introduttiva alle modifiche della Legge n.3/2015 proposte da FaròArte.
I Costituenti hanno annoverato “cultura e ricerca scientifica e tecnica” tra i principi a fondamento della Repubblica. L’art. 9 della Costituzione recita: “La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura, la ricerca scientifica e tecnica – Tutela il paesaggio e il patrimonio storico artistico della nazione“, mentre l’art. 45 indica che: “la legge provvede alla tutela ed allo sviluppo dell’artigianato“.
Considerando che l‘UNESCO nel 1992 (cit. Lista dei siti Patrimonio dell’Umanità) riconosce che “l’opera combinata della natura e dell’uomo” costituisce un “Paesaggio Culturale” che si affianca alla visione consueta del paesaggio naturale e/o pittoresco dei secoli XVII e XIX, si può affermare che queste tre annotazioni, nel loro combinarsi – attraverso il processo sociale, economico e storico – alle dinamiche dell’evoluzione tecnica e metodologica, riconoscono che l’Artigianato, in particolare nella sua espressione Artistica e Creativa, abbia rappresentato e rappresenti quell’opera combinata della natura e dell’uomo ovvero quel “Paesaggio Evolutivo Vivente” (cit. Unesco 1997) … “derivato da un’esigenza in origine sociale, economica, amministrativa o religiosa, che riflettono nella forma attuale il processo evolutivo della loro associazione o correlazione con l’ambiente naturale e che conservano un ruolo sociale attivo con modalità che continuano la loro tradizione precedente, di cui sono manifeste le testimonianze della loro evoluzione nel tempo”.
Analogamente nel Piano Triennale si legge, condividendone in pieno i concetti:
- che “Il processo di erosione appena descritto risulta dannoso su più livelli: la perdita delle imprese artigiane, infatti, in particolare di quelle dei settori che compongono il c.d. artigianato artistico e tradizionale, si riflette negativamente non solo sulla realtà economica, ma anche su quella culturale e sociale, in considerazione del patrimonio conoscitivo e umano di cui tali imprese sono portatrici.”
- che “Oggi più che in passato i nuovi scenari globali impongono al nostro Paese un rapido spostamento verso produzioni di qualità in cui l’Artigianato può giocare un ruolo di primo piano, in quanto si inserisce perfettamente in un modello di organizzazione economica, in cui oltre al capitale finanziario contano il capitale culturale, vale a dire le abilità e capacità professionali, la creatività e lo spirito di iniziativa, nonché il capitale sociale, vale a dire la capacità di creare reti di relazioni.”
- che “La normativa si propone di provvedere alla tutela, alla promozione e allo sviluppo dell’artigianato e delle produzioni artigiane nelle loro diverse espressioni territoriali, tradizionali ed artistiche. L’obiettivo è promuovere il ruolo economico, sociale e culturale delle imprese artigiane e del loro patrimonio di conoscenze ed esperienze, riconoscendo l’artigianato quale settore trainante dell’economia laziale e fonte di occupazione.”
- che “Un ruolo specifico è assegnato dalla disciplina normativa regionale all’artigianato artistico e tradizionale che deve essere sostenuto e valorizzato, non solo al fine di conservare e salvaguardare il patrimonio tradizionale, che rappresenta la cultura e la storia del territorio, ma anche di rinnovare il settore grazie all’impiego di tecnologie innovative e trasmetterlo alle generazioni future incoraggiandone la continuità.”
Pertanto, oggi, tali sensibilità e considerazioni condivise richiedono di riconoscere il valore dell’attività Artigianale Artistica e Tradizionale, non più e soltanto nella sua pur necessaria condizione “imprenditoriale”, ma più propriamente e specificatamente in quella di “Attività Culturale”, anche per finalizzare l’inquadramento e le agevolazioni dedicate.
Con tali premesse, FaròArte sottopone alla Giunta Regionale ed al Consiglio Regionale del Lazio l’opportunità e l’urgenza di procedere ad una innovativa ridefinizione della normativa vigente ed all’attivazione di specifiche strategie e finalizzati strumenti di intervento, a partire dal Piano Triennale in discussione, per:
- Definire la necessaria distinzione dell’Artigianato tra:
- Tecnico, di Servizio e di Produzione
- Creativo, Artistico, Tradizionale ed Innovativo
- Favorire creatività, innovazione, collaborazione e cooperazione con il superamento dell’autoreferenzialità e della distanza con i mondi della ricerca e delle professioni, limitativa dell’ampliamento dei confini per la necessaria innovazione tecnologica, di metodo e di processo
- Promuovere:
- riconoscimento e valorizzazione delle competenze e dei saperi della più ampia platea dei Maestri Artigiani come dei Nuovi Talenti
- sviluppo di modelli organizzativi partecipati, collaborativi e/o cooperativi, inclusivi e flessibili, per favorire e governare processi di condivisione e di contaminazione interprofessionale creativa e produttiva, strategie integrate di mercato, formazione intergenerazionale, …
- Attivare:
- ampliamento della partecipazione e della rappresentanza di base
- censimento, catalogazione e valorizzazione del capitale umano, materiale e immateriale
- la dicitura “Made in Lazio” nel contrassegno di appartenenza
- l’istituzione del Registro degli operatori del proprio ingegno
- la convocazione biennale degli “Stati Generali del Saper Fare Creativo #MadeinLazio”
- lo sviluppo della piattaforma integrata digitale “Lazio CreArtigiano”
- la costituzione della rete territoriale diffusa dei “Make–in{Lazio}”
- la creazione di Art-Hub quali infrastrutture polivalenti tematico-territoriali, incubatori dell’eco-sistema
- la definizione di criteri e modalità per il tracciamento della filiera creativa e produttiva
- il riconoscimento delle “eccellenze del territorio” quali “tesori umani viventi” (UNESCO)
Aggiornamento del 08-11-2024: pubblicati i verbali delle due Audizioni del 28-10-2024
XI CCP – Resoconto Audizione su P.D.C. n. 32_1 del 28.10.2024
XI CCP – Resoconto Audizione su P.D.C. n. 32_2 del 28.10.2024