Ieri, Oggi e … Domani

Hub del Sapere e del Fare

La competitività del sistema produttivo italiano è fortemente legata alla molteplicità delle competenze artigiane e l’artigianato creativo ed artistico rappresenta una delle migliori leve per rovesciare l’attuale depressione economica e sociale.

L’artigianato artistico, è da sempre uno dei tratti distintivi dell’economia italiana nel mondo, poiché ciò che caratterizza il nostro sistema manifatturiero è ancora quell’insieme di capacità e competenze personali e locali (Knologed Workers), che sempre più i nuovi mercati cercano.

L’occupazione riferita al “tema giovani” e alcuni dei loro comportamenti, hanno la principale causa nel senso di frustrazione e rabbia che prende chi non vede prospettive concrete e soddisfacenti in termini di percorso di vita, perché non riesce a trovare la bussola del lavoro, dell’autonomia, della responsabilizzazione e dell’indipendenza.

Il fenomeno “neet” (not in education, employment, training), peggiora con il procedere della crisi. Risultano neet circa il 17% della popolazione tra i 25 e i 29 anni, ma vi galleggia intorno una gran parte dei giovani che vivono in un contesto culturale diffuso caratterizzato da:
• pregiudizi negativi nei confronti del lavoro manuale;
• inadeguatezza del sistema formativo rispetto alle professionalità utili;
• rappresentazione del lavoro manuale come “antico”, mal pagato;
• “de – manualizzazione” della didattica nella scuola e attesa del lavoro “impiegatizia”.

Riferendosi ai dati del “Rapporto sull’Artigianato Artistico e tradizionale – indagine campionaria della regione Lazio, anno 2010”, si evince che il 75% delle imprese campionate risultano di forma individuale, il 77% operano sul mercato locale o al massimo regionale, producendo un reddito che è spesso di sussistenza e comunque nel 63% dei casi al di sotto dei 30.000 euro annui.

A nostro avviso ganglio critico di questa situazione è nella debolezza del disegno politico nazionale e locale riservato al settore, da cui consegue una scarsa disponibilità di strumenti finanziari sia pubblici che privati e scarsa iniziativa strutturata.

Il movimento dei “Makers” che arriva dagli Stati Uniti annuncia una rivoluzione del sistema produttivo con la nascita dei FabLab, e le nostre piccole imprese artigianali cariche di capacità produttiva tradizionale, debbono rapidamente recuperare competitività, attivando risorse per avviare processi di innovazione e sviluppo fondati sul saper creativo proprio del made in italy, apprezzato internazionalmente come icona di qualità bellezza e stile, a cui deve oggi aggiungersi il valore rappresentato dal luogo culturale di provenienza e il carattere olistico dei beni prodotti.

FAROARTE, Consorzio cooperativo nelle discipline artistiche, promuove il progetto “MADE in ROME”, quale brand valoriale, economico e democratico per lo sviluppo della economia del territorio Romano e laziale.

Il progetto “Made in Rome”
Per affrontare le criticità emerse indichiamo quattro valori da attribuire al sistema:
a) La certificazione del prodotto secondo il grado di valore etico della filiera e l’ eccellenza manifatturiera.
b) la trasmissione del know-how di settore insieme ad innovazione di metodo, di processo e di prodotto.
c) la sensibilizzazione del mercato, rafforzando la reputazione del settore presso tutti gli stakeolder del sistema.
d) la sostenibilità ambientale dei processi, sia ideativi e che produttivi.

L’Artigianato Artistico Romano porta il peso di una eredità storica e culturale di tre millenni e per divenire settore economico evoluto, contemporaneamente agli obiettivi della Conservazione, Valorizzazione e Tutela, dobbiamo sviluppare Innovazione e Comunicazione: ne abbiamo individuato l’attuazione in cinque azioni principali :

• L’adozione del marchio “Made in Rome” (distretto produttivo d.l. n.5/09 e s.m.i.) come Brand Valoriale, Economico e Democratico dell’Artigianato Artistico Creativo Romano.

• La realizzazione nell’ex Arsenale Pontificio presso Porta Portese del Foro del Fare Creativo: un HUB specifico per l’artigianato creativo artistico, dedicato alla conservazione e alla trasmissione del sapere ento-culturale del lavoro artigianale, all’innovazione tecnologica, di metodo, di processo e alla ricerca creativa, alla formazione e alla incubazione e start-up d’impresa.

• La riapertura delle trentasei botteghe artigiane del San Michele di Lungo Tevere a Ripa, come luogo espositivo-commerciale del Made in Rome, laboratori artigianali e per attività di servizio alla produzione.

• La costruzione di un sistema di integrazione interazione e scambio delle risorse delle conoscenze e delle competenze in laboratori creativi e co-working, con i vari soggetti presenti sul territorio (università, centri ricerca su nuovi materiali ecc.)

• La rigenerazione di un modello a scala urbana di produttività mediante l’attivazione dei Luoghi del Fare: realtà fisiche della città, periferiche e centrali, in disuso o abbandonate o sottoutilizzate, quali il padiglione XVIII° del Santa Maria della Pietà, l’ex Mercato Ebraico del Pesce di Via San Teodoro, la corte e le botteghe artigiane di Via Margutta 51, il mercato rionale di Via Baccina, le Botteghe di Via Tor di Nona.

Risorse attivabili
Per la sostenibilità economica alla realizzazione del progetto Made in Rome, si individuano:
• Risorse locali (C. di C. di Roma).
• Fondi strutturali di investimento Europei (2014-2020)
• Investimenti Territoriali Integrati (UE, politiche di coesione 2014-2020)

Modello Gestionale
Il progetto Made in Rome, si fonda sui principi della inclusività sociale-economica e della gestione democratica del brand in quanto valore etno-culturale della città.
A tale scopo il modello di governante da adottare trova nella Fondazione di Partecipazione (Finanziaria 2003, art. 35), lo strumento appropriato alla sua gestione e nella Rete di Imprese (d.l. n.5/09 e s.m.i), quello coerente con il suo sviluppo operativo.

Vantaggi attesi dal progetto “Made In Rome”
• Creazione di una nuova identità economica a forte immagine e capacità propulsiva di Roma.
• Diffusione della conoscenza del valore del patrimonio etno-culturale romano per
aumentarne l’apprezzamento internazionale della qualità artistica.
• Fiducia del tessuto produttivo artigiano ed del vasto indotto turistico, commerciale e edilizio di Roma .
• Attrazione delle nuove generazioni a rinnovare il ruolo e la creatività del lavoro artigianale e creativo.
• Produzione, formazione e ricerca, atte a riconfigurare la potenzialità economica romana dando stimolo alla innovazione dei processi e delle produzioni a bassa impronta ecologica.
• Promozione di nuovi mercati e rafforzamento degli interscambi economici e culturali.

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