Intervista ad Adriana Calì, candidata alla Regione Lazio

Adriana Calì, romana, classe 1963, vive a Monte Porzio Catone, project manager, già Assessore del Comune di Latina, è candidata alla carica di Consigliere della Regione Lazio con la Lista del MoVimento 5* nel Collegio di Roma e Provincia, a sostegno della Candidata Presidente Donatella Bianchi.

Adriana Calì ha manifestato adesione e sostegno al Programma Regionale per un “Nuovo Modello di Sviluppo” dell’Eco-Sistema del “Saper Fare Creativo e Culturale” Romano & del Lazio elaborato da FaròArte e proposto a tutti i Candidati alla Regione Lazio.


L’Intervista

D. L’Artigianato, in particolare quello riconducibile al Patrimonio storico del “Saper Fare Creativo“, sta vivendo una crisi strutturale oltre che congiunturale. La slide allegata è piuttosto eloquente: nel solo Centro Storico di Roma si è passati dalle circa 5.000 Botteghe Artigiane degli anni ’90 alle meno di 500 attualmente censite.
Quali sono le sue valutazioni al riguardo ?

R. L’Artigianato non è in crisi solo a Roma. Lo è anche in altre città d’Italia, d’Europa e nel mondo. Il settore sconta un cambiamento profondo, rivolto ad altre forme di arte e di creatività, legate indubbiamente ad un processo culturale che sente altri stimoli e altri impulsi. E’ profondamente sbagliato però non PROTEGGERE un patrimonio culturale di questa rilevanza, soprattutto se legata a Roma e alla sua storia.

Il collegamento tra arti del passato e quelle del presente sono estremamente ispiranti e contaminanti, anche per le giovani generazioni. Come nella musica, affiancare generi completamente distanti può avere dei risultati sorprendentemente creativi.

Questo può aprire attrazioni incredibili per turisti e rilanciare Roma come città europea.


D. L’Art. 45 della Costituzione, al 2° comma, recita: “La legge provvede alla Tutela ed allo Sviluppo dell’Artigianato“. L’Art. 117 ne attribuisce la competenza alle Regioni. La Regione Lazio con la Legge n.3/2015 ha normato la materia. Ad oggi, dopo 8 anni, la stessa legge risulta sostanzialmente inapplicata.
Quale è la sua valutazione sulla Legge Regionale del Lazio e quali ritiene possano essere le cause della sua attuale mancata attuazione e quali le soluzioni per renderla uno strumento realmente funzionale alla Tutela ed allo Sviluppo dell’Artigianato ?

R. A mio avviso è una questione di bilancio regionale. Siamo reduci poi da anni in cui la “coperta” dei finanziamenti regionali è stata veramente cortissima. A peggiorare la situazione anche la pandemia sanitaria e attualmente quella energetica. Regioni e Comuni sono messi a dura prova. La vera domanda da porre è la seguente a mio avviso: “Come sviluppare l’Artigianato in una società che viaggia verso un futuro di innovazione tecnologica e sociale, compreso il mondo del lavoro e dell’occupazione?”

Io ritengo che la parola chiave sia “bellezza”. Le città del futuro (“smart cities”) devono essere città capaci di integrazione. Integrazione non solo sociale, ma di stili e di visioni.

Penso al “New Bahaus Europeo”, il movimento creativo e interdisciplinare per ripensare le nostre città e i nostri spazi di vita, rendendoli più belli, sostenibili e inclusivi. Si tratta di un programma che riassume la nuova visione dell’Europa, per cui tutti gli spazi (territori, città, centri urbani, ecc.) sono progettati e realizzati promuovendo la collaborazione tra diverse discipline e ambiti, quali: architettura, ingegneria, scienze, tecnologia, arte, design, scienze sociali. Io aggiungerei: artigianato!

In questo quadro strategico, allora, sarebbe possibile un riposizionamento dell’Artigianato Creativo e Culturale dei nostri Territori e un aggiornamento della Legge n.3/2015.


D. FaròArte ha elaborato e proposto il Programma al quale ha aderito e che individua alcune specifiche linee di azione per costruire Tutela concreta e Sviluppo innovativo oggi necessario ed urgente per generare un “Nuovo Futuro dell’Artigianato” #MadeinLazio.
Quali sono le sue valutazioni su quanto contenuto nel Programma ?

R. Credo il Programma sia troppo ambizioso. Non si fa accenno ai costi di implementazione, ossia all’impegno che la Regione Lazio dovrebbe mettere nel realizzare tutti gli step.

Sicuramente occorre puntare al brand come primissimo passo da compiere e contestualmente avviare gli Hub che potrebbero essere accolti all’interno della rete degli attuali Spazi Attivi della Regione.

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