Intervista a Sonia Modica, candidata alla Regione Lazio

Sonia Modica, di Latina, classe 1967, archeologa, già Assessore del Comune di Ardea, è candidata alla carica di Consigliere della Regione Lazio con la Lista del MoVimento 5* nel Collegio di Roma e Provincia, a sostegno della Candidata Presidente Donatella Bianchi.

Sonia Modica ha manifestato adesione e sostegno al Programma Regionale per un “Nuovo Modello di Sviluppo” dell’Eco-Sistema del “Saper Fare Creativo e Culturale” Romano & del Lazio elaborato da FaròArte e proposto a tutti i Candidati alla Regione Lazio.


L’Intervista

D. L’Artigianato, in particolare quello riconducibile al Patrimonio storico del “Saper Fare Creativo“, sta vivendo una crisi strutturale oltre che congiunturale. La slide allegata è piuttosto eloquente: nel solo Centro Storico di Roma si è passati dalle circa 5.000 Botteghe Artigiane degli anni ’90 alle meno di 500 attualmente censite.
Quali sono le sue valutazioni al riguardo ?

R. La mia valutazione è che a lungo si è guardato all’artigianato creativo in modo marginale, facendo mancare una pianificazione che crei un sistema interconnesso e che affianchi l’attività di artigianato artistico, tradizionale e tipico in una società in sviluppo.

L’obiettivo deve essere quello di far rivivere le antiche botteghe e con esse le strade del contesto storico, attraverso l’attivazione di un nuovo modello produttivo a base locale, in cui attivare, fra l’altro, una serie di filiere di riciclo e riuso creativo legate all’identità storica e alle risorse locali con ‘laboratori di upcycling solidale’ con materiali vari, fra cui: cuoio e pelle, ferro e metalli, impagliamento e imbottitura di sedie, riparazione biciclette e sartoria sociale.


D. L’Art. 45 della Costituzione, al 2° comma, recita: “La legge provvede alla Tutela ed allo Sviluppo dell’Artigianato“. L’Art. 117 ne attribuisce la competenza alle Regioni. La Regione Lazio con la Legge n.3/2015 ha normato la materia. Ad oggi, dopo 8 anni, la stessa legge risulta sostanzialmente inapplicata.
Quale è la sua valutazione sulla Legge Regionale del Lazio e quali ritiene possano essere le cause della sua attuale mancata attuazione e quali le soluzioni per renderla uno strumento realmente funzionale alla Tutela ed allo Sviluppo dell’Artigianato ?

R. Ritengo che ci sia ancora molto da fare per creare una task force dedicata all’artigianato e, segnatamente, alle attività dell’artigianato locale attraverso le risorse che sono previste per mettere a regime i fondi dedicati al PNRR e regionali/europei.

Ad esempio è ancora tutta da verificare la ricaduta della creazione delle ‘Reti d’impresa’ che doveva intessere sinergie, coordinate dai Comuni, finalizzate alla realizzazione di migliori servizi per cittadini e attività commerciali/artigianali c iniziative promozionali e di marketing territoriale.

Per quello che ho potuto verificare nel caso della mia esperienza ad Ardea, mancano figure di competenza che possano impegnarsi nell’attuazione delle progettazioni dei bandi regionali dedicati e nella strutturazione di tutti i passaggi economico-finanziari, al fine di poter garantire una continuità ed una ricaduta veramente efficace, sulle imprese artigianali. Come si è visto, le attività avviate con l’adesione al primo bando, non hanno trovato seguito col secondo e si è perso un impegno ed un’attività di costruzione di sistema.

D’altra parte, a parte le forme del piccolo e medio credito, è importante implementare le forme delle Zone Franche Urbane, in cui concentrare programmi di defiscalizzazione e decontribuzione rivolti alle imprese, con forme di agevolazione regionale.


D. FaròArte ha elaborato e proposto il Programma al quale ha aderito e che individua alcune specifiche linee di azione per costruire Tutela concreta e Sviluppo innovativo oggi necessario ed urgente per generare un “Nuovo Futuro dell’Artigianato” #MadeinLazio.
Quali sono le sue valutazioni su quanto contenuto nel Programma ?

R. Le nostre attività artigianali hanno bisogno di progetti importanti come quello di FaròArte, programmatici e non sporadici, con le associazioni e gli attori che sono stati chiamati a partecipare già oggi, in un’iniziativa che va ad essere aperta a tutta la comunità e con una vera e concreta possibilità di rigenerazione del tessuto artigianale.

Insieme alla riqualificazione di aree e strutture, parallelamente si vanno a rigenerare gli spazi in stato di abbandono avviando un processo di innovazione sociale e di opportunità lavorative mettendo, fra l’altro, anche in ricircolo materiali, (pure di scarto?), ma anche saperi e componenti umane.

Un esempio di economia circolare che è anche un modello di sviluppo e di futuro. Sicuramente un progetto coistema mpleto, che interviene anche sul sistema che insiste sulle singole attività artigianali.

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