Intervista alle vincitrici del Bando “Vitamina G” della Regione Lazio con il progetto “Fabiter”

La teoria della relatività di Albert Einstein dimostrò lo “SpazioTempo”; e, così, divennero quattro le dimensioni dell’universo. Ciò che per Dante era immobile e per Galileo movimento ciclo-ritmico, si rivelò un divenire continuo. Sicché si può affermare che anche ciò che è apparentemente statico e noioso è invece vivace ed innovativo se alimentato dall’intelligenza.

Perché questa elucubrazione? Semplicemente per invitarvi a leggere con attenzione l’intervista che segue: capirete che la visione del #MadeinRome si sta schiudendo ad un nuova prospettiva. E per FaròArte questo percorso si definisce nel progetto per il #MakeinRome.

Sul tema segnaliamo anche l’articolo Riflessioni ed esperienze per creare Souvenir #MadeinRome


1) Scuole d’arte, istituti artistici e botteghe artigiane, hanno formato un patrimonio di competenze e saperi che contraddistingue l’artigianato artistico italiano. Voi vi sentite parte di questo contesto o siete altro?

In un certo senso sì. Il nostro gruppo è formato da Ludovica Di Camillo, architetto, Flavia Rossi, laureata in architettura e fotografa di professione e Bianca Putotto, designer. Già con le nostre singole attività ci sentiamo parte di un contesto riguardante il patrimonio artistico del paese, ma con il progetto FabIter abbiamo realizzato il nostro desiderio di puntare una luce nuova sull’artigianato romano, partendo dal centro della città, e di indagare il tema del souvenir come oggetto pregiato, derivante dalla collaborazione tra designer e artigiani, anche di diverse generazioni.

2) L’esperienza, anche nella sua forma di condivisione, del lavoro concorsuale vi ha suscitato di sentirvi interpreti di un cambiamento della tradizionale figura professionale dell’artigiano creativo e se si con che qualificazione professionale o nome vorreste essere individuate?

Realizzare il nostro progetto grazie alla vittoria del bando Vitamina G è stata un’esperienza molto intensa. Ci siamo occupate in prima persona di tutti i diversi aspetti che hanno composto il progetto: la mappatura delle botteghe, il lancio di una call per designer, l’organizzazione della giuria con un comitato scientifico e poi del workshop con Alessandro Gorla e Sante Simone, la curatela delle mostre presso Colli Gallery e Portuense 201, fino alle conferenze presso la Fondazione Primoli. Ognuna di noi ha mantenuto la sua identità, e abbiamo tutte guadagnato un’expertise notevole e trasversale sull’argomento: a metà tra il ruolo del curatore e quello del produttore inteso come coordinatore di diverse figure. Non pensiamo di apportare così un cambiamento alla tradizionale figura professionale dell’artigiano creativo, semmai di mettere a sistema una rete romana che abbiamo identificato come una fabbrica diffusa.

3) Considerando tutto ciò che vi ha guidato e spinto a percorrere il sentiero di novità proposto dalla prova che avete vinto, pensando al percorso di condivisione di idee e processi realizzativi, che ha richiesto, ritenete importante ed utile proseguire l’esperienza, e se si come vorreste farlo?

Il nostro obiettivo è sicuramente quello di portare avanti il progetto, realizzando nuove edizioni a Roma e poi in altre città italiane o aprendoci a collaborazioni con altre realtà esistenti interessate al tema. Riteniamo importante sostenere l’artigianato, che per noi significa promuovere prodotti unici e di eccellenza contro gli oggetti standardizzati e di massa che da tempo hanno conquistato i negozi di souvenir delle nostre città.


Chi sono le vincitrici

Flavia Rossi è una fotografa residente a Roma. Si laurea in architettura presso la Sapienza di Roma e consegue con lode il Master luav in Photography a Venezia. La sua ricerca mescola il documentario con l’autobiografico e si concentra in particolare sui temi della conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale e del paesaggio, della memoria e del tempo, a livello introspettivo e collettivo. II suo lavoro è stato esposto in Italia e all’estero e appartiene a collezioni private e di istituzioni pubbliche. Nel 2018 rappresenta l’Italia al Global Youth Culture Forum a Jeju, in Corea del Sud. Nel 2019 vince il bando “Atlante architettura contemporanea” promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura, Mufoco e Triennale, esposto presso La Triennale di Milano e Palazzo Altemps a Roma. Nel 2022 è parte della committenza pubblica “Tredici sguardi sui musei di Lombardia” a cura della Direzione Regionale Musei Lombardia del MiC, esposta quest’anno presso Palazzo Reale a Milano.

Ludovica Di Camillo nasce a Roma nel 1992. Si laurea in architettura nel 2018 e dopo diverse esperienze formative e lavorative in Italia e in America esercita a Roma dal 2020 occupandosi prevalentemente di progettazione di interni. Nel 2022 apre il suo studio Brianzo Lab nel centro storico della capitale.

Bianca Putotto, classe 1995, diventa Interior designer e Product designer nel 2017 presso l’università Quasar design Institute. Inizia subito la sua esperienza lavorativa nel settore presso Studio Algoritmo e partecipando in modo attivo nel laboratorio QLab di prototipazione 3d. Dal 2020 lavora come responsabile presso uno show-room di arredamento collaborando con tante aziende e architetti del settore.


Gallery Fotografica (© di Flavia Rossi e Tassiana Rovai)

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