Riqualificare il quadrante urbano di “Porta Portese” e del “San Michele a Ripa”: una sfida agli Architetti romani per rigenerare l’identità creativa di Roma!

A partire dalla riapertura delle 36 Botteghe per destinarle a Centro espositivo dell’artigianato di eccellenza romano si potrebbe sviluppare una nuova centralità sociale per quella parte di Città in degrado da decenni. La proposal presentata venerdì 27 maggio alla Casa dell’Architettura nell’ambito della call “Mirabilia Urbis“ promossa dall’Ordine degli Architetti di Roma, quale avvio della Consulta con “Roma Capitale“ sul Futuro di Roma.


Nel XII° Municipio di Roma Capitale, connesso alle Mura Gianicolensi, ampliamento delle Leonine, superata Porta Portese (1644), si trova l‘ex Arsenale Pontifico, storicamente funzionale al porto di Ripa Grande, che, con Via di Porta Portese ed il mercato omonimo, Clivio Portuense, gli Orti di Trastevere, Via Ettore Rolli, l‘ex canile municipale ed il vecchio deposito ATAC, costituiscono uno dei cosidetti “buchi neri“ della Città, così come definiti nell‘accordo quadro recentemente sottoscritto tra le parti, pubbliche e private, interessate allo specifico programma di rigenerazione urbana.

All‘interno delle Mura, nel I° Municipio, prima di oltrepassare Porta Portese, si trova la “testa storica“ di questo “buco nero“, di certo non meno “nera“ considerati i 170 anni di oblio urbanistico in cui versa.

Di questa zona marginale al Tevere, prima di Ponte Sulpicio, sede dell’antico Porto di Ripa Grande, ne possiamo sommariamente disegnare la localizzazione all’interno del perimetro compreso tra LungoTevere a Ripa, Piazza di Porta Portese, Via di Porta Portese, Via di San Michele, Via del Porto, Vicolo di Santa Maria in Cappella, Via Peretti, Via Ripense e Via di Santa Maria dell’Orto.

Botteghe San Michele per Made in RomeL’insieme di questo intero corpo organico era parte delle strutture mercantili e degli opifici fluviali della Roma Storica, il tutto connesso socialmente e funzionalmente alla Trastevere del XIX° secolo.

Perché allora non intervenire anche in questa parte strutturale dell‘identità storica-culturale-popolare di Roma entro Porta Portese attraverso un programma di rigenerazione urbana che ne recuperi i valori storici e culturali con una riqualificazione in chiave innovativa?

In questo “buco nero“ si trovano importanti testimonianze architettoniche della storia di Roma che conservano al loro interno preziose opere artistiche capaci di rendere anche questa parte della Città meta turistica per una nuova conoscenza e qualificazione culturale del “Made in Italy“ e più identitariamente nel contestualizzabile e consistente valore del “Made in Rome“.

Appare necessario, ancora e di nuovo dopo troppi anni di silenzio, stabilire quale debba essere il ruolo della Cultura nella rigenerazione della Città, perché se deve avere un ruolo marginale risulta allora coerente che le sedi nelle quali si intendono promuovere i valori del “Made in Italy“ restino marginali, come oggi risulta esserlo la sede del Ministero della Cultura (ex Complesso del San Michele), di quello della Salute (XX° Secolo) e dell’Hospedaletto dei Poveri del XVII° secolo voluto da Papa Innocenzo X° nato Giovanni Battista Pamphili.

Per favorire la conoscenza della funzione urbana del “quadrante“ è opportuno rammentare che dal XVII° secolo l’Hospedaletto dei Poveri e più tardi il complesso Monumentale del San Michele determinano un fondamentale insediamento storico-architettonico della Cultura Urbana e Sociale di Roma. Fu con il San Michele che nacquero le Scuole delle Arti e dei Mestieri di Roma; quindi, la storia dell’istruzione e della formazione nei mestieri artigianali.

Il complesso, edificato in fasi successive su progetto di Carlo Fontana e Mattia de’ Rossi, voleva  offrire un futuro alla gioventù “emarginata”, formando ad un mestiere e dando un ricovero. Con la presidenza Monsignor Antonio Tosti (1830), le officine divennero fucine di creatività; vi si formarono, con il contributo di Canova e Accademici del San Luca, gli incisori Luigi Calamatta e Paolo Mercuri, gli scultori Luigi Amici e Adamo Tadolini. Il declino ebbe inizio con l’Unità d’Italia e il complesso fino al 1972 rimase in parte attivo come carcere minorile. Sul finire della seconda guerra mondiale divenne rifugio per sfollati che ne aumentò il degrado, poi nel 1969, sulla pressione degli oppositori al progetto speculativo edilizio del gruppo Piperno, fu acquisito dallo Stato per accogliere gli uffici dell’allora Direzione Generale Antichità e Belle Arti.

La storia successiva non ha avuto e non ha perseguito altrettante valide e lungimiranti prospettive:

  • nel 1972 le intenzioni progettuali riportavano: “Partendo dalla riapertura della Taverna Spagnola, già importante centro di scambio culturale nell’Europa dell’800, e dalla progressiva riapertura delle antiche botteghe artigiane, affacciate sul Lungotevere Porto di Ripa Grande, il San Michele ritorna ad assumere la funzione di polo di coinvolgimento di attività artistiche e divulgative, divenendo punto d’incontro tra la tradizione e il futuro, tra l’artigianato e le neo tecnologie, tra l’arte e la comunicazione”.
  • nel 1973, dopo una fase preliminare di studi e ricerche, furono avviati sostanziali interventi di consolidamento e di restauro del complesso.
  • tutte le 36 Botteghe risultavano magistralmente restaurate dal 2004 (ministro Giuliano Urbani) ma da allora, dopo 20 anni, ancora oggi sono chiuse e sembrerebbe impropriamente utilizzate quale deposito di materiali obsolescenti (computer, fotocopiatrici, scrivanie, …).

il Foro del Fare Creativo del Made in Rome

La sfida, quindi, è che – anche nel quadro dell‘azione di rigenerazione dei “buchi neri“ di Roma – sia resa concreta la possibilità di riqualificare urbanisticamente l’intero quadrante cernierato su Porta Portese, compresa la viabilità, così da favorire, a partire dal Giubileo del 2025, la riapertura delle 36 Botteghe, progettando ed attivando un innovativo HUB 5.0 con spazi espositivi e divulgativi per la promozione commerciale dell’Artigianato Artistico e Creativo, tradizionale e innovativo, di eccellenza di Roma.

Abbiamo vissuto epoche di disimpegno; quello degli Architetti, dai contesti urbani in cui vivono, è stato un limite culturale che ha indotto l’equivoco che a Roma non ci sia chi ha voglia di misurarsi sul terreno del poter generare cultura architettonica ed urbanistica.

Oggi, la sfida è per quegli Architetti che non leggono gli spartiti della professione solo nella chiave del “design“, per quegli Architetti che ancora guardano e pensano alla dimensione umana e all‘insieme urbano culturale della Città e che, quindi, dovrebbero confrontarsi con questo tema ed avanzare idee e proposte progettuali ardite quanto innovative, non lasciando ad interventi frammentari e isolati o peggio a manomissioni, edificio per edificio, isolato per isolato, una rigenerazione urbana culturalmente destrutturata della Città di Roma.

La callMirabilia Urbis” lanciata dall’Ordine degli Architetti di Roma per raccogliere visioni e progettualità sul tema “Roma”, ben si iscrive in una rinnovata attenzione alla radice culturale della Città e può effettivamente aprire una nuova stagione di valorizzazione del patrimonio storico di Roma e metropolitano, proiettandolo in una prospettiva di riqualificazione urbana che, dai valori sedimentati nei secoli, sbocci in innovazione e nuovo umanesimo.

In tale contesto, la proposal per riqualificare il quadrante urbano di “Porta Portese” e del “San Michele a Ripa” è stata illustrata venerdì 27 maggio alla Casa dell’Architettura – nell’ambito del tavolo su “Morfologie, paesaggi, arcipelago urbano“ coordinato dall’Arch. Francesco Aymonino, vice presidente OAR e coordinatore dell‘Urban Center, ed alla presenza di Maurizio Veloccia, Assessore all’Urbanistica, dell’Arch. Stefano Boeri, coordinatore del Laboratorio Roma 050, e dell‘Arch. Stefano Panci, Presidente OAR – quale avvio della Consulta con “Roma Capitale“ sul Futuro di Roma.

Dionisio Mariano Magni, Architetto


Qui il link dell’evento “Con Mirabilia Urbis l’OAR inaugura il laboratorio permanente di confronto sul futuro di Roma

Qui il link al Comunicato Stampa dell’Ordine degli Architetti sull’evento Mirabilia Urbis

Qui il link alla Locandina dell’evento Mirabilia Urbis

Qui il link al pitch della Proposal presentata da FaròArte

Qui l’articolo pubblicato sul giornale online “Abitare a Roma” a cura di Patrizia Artemisio e Qui il PDF

Di seguito le slide della presentazione della Proposal di FaròArte all’evento Mirabilia Urbis

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