Gemellaggio ideale tra Roma e Firenze nello spirito dei progetti di Michelangelo

Gemellaggio Michelangelo Roma Firenze

Carlo d’Aloisio Mayo, il Prof. Giancarlo Micheli e l’Arch. Dionisio Mariano Magni, presidente del Consorzio FaròArte

Il marchio democratico “Made in Rome” – promosso dal Consorzio FaròArte, quale espressione organizzata dell’Artigianato Artistico di Eccellenza, aderente alla ConfArtigianato Imprese Roma – è presente alla 78^ Mostra Internazionale dell’Artigianato di Firenze, proponendo una selezione di Opere creative, significative della straordinaria qualità manuale e dell’elevata raffinatezza estetica dei Maestri Artigiani Romani.

Tra queste, le Opere delle Botteghe Artigiane Artistiche di Carlo Meloni, di Giovanni Zanon, dei Fratelli Pascucci, dei ceramisti di “Creart”, accanto al sapiente e leggero lavoro delle mani femminili della sartoria di Rita Zaralli per la stilista Francesca Liberatore ed ai gioielli in filo d’oro al tombolo di Maria Di Benedetto, si distinguono l’opera giovane ma possente dello scultore Jacopo Mandich e la ricercata rievocativa forma di comunicazione di “Insegne Antiche “, insieme a quella del piano di comunicazione del patrimonio culturale nazionale “Mirabilia” concepito dalla “Poliedro”.

Questo armonico ensamble di interpretazioni diverse della stessa sapiente, antica e colta espressione artistica artigianale romana, vuole rappresentare un doveroso omaggio alla Città di Firenze, arricchendolo e significandolo con l’esposizione di due inedite tavole dell’Arch. Giancarlo Micheli: le viste di Roma e di Firenze nel 1500”.

Si tratta di due distinte scientifiche ricostruzioni prospettiche elaborate attraverso la rilettura dei progetti del sommo Michelangelo, che scaturiscono dalla sua tragedia personale vissuta nella circostanza della sconfitta della Repubblica di Firenze ed alla restaurazione Medicea avvenuta con l’apporto dell’esercito di Carlo V (percorso ben tratteggiato da Giulio Carlo Argan nella sua “Storia di Michelangelo Architetto”).

Sulle mura disegnate nella tavola di Firenze, sono stati ricostruiti i progetti dei bastioni Michelangioleschi, ritenuti dai più “improbabili e utopici”, ma che nel disegno stesso si dimostrano all’opposto, concreti e realizzabili.

Del resto Michelangelo non avrebbe potuto progettare “opere impossibili” stante la sua carica ufficiale di responsabile per la difesa delle mura di Firenze ed avendo devoluto egli stesso i propri risparmi per l’impresa.

Roma accoglie l’ansia di Michelangelo – soffocata dalla sconfitta di Firenze – portando entrambe ad un livello superiore, espressosi nell’impegno per la ristrutturazione urbana della Città con Opere tuttora portanti, come il Campidoglio, Porta Pia, Palazzo Farnese, San Giovanni dei Fiorentini (progettata ma non realizzata), fino all’apice del suo impegno nell’edificazione della Cupola di San Pietro.

Che il Rinascimento nel suo splendore e nelle sue tragedie abbia potuto accomunare due Città come Firenze e Roma attraverso una straordinaria fioritura dell’Arte è dovuto all’impegno di straordinari artisti, dei quali Michelangelo ne esprime la massima sintesi del pensiero classico ed umanistico.

Potrà mai accadere che, ora come allora, le forze della cultura e maggiormente dell’intelletto possano riaccendere quest’ardore Michelangiolesco in cui realizzare una nuova osmosi tra Roma e Firenze ?

Le tavole prospettiche delle vedute Michelangiolesche di Firenze e Roma – esposte alla 78^ Mostra internazionale dell’Artigianato – non nascondono questa aspirazione.

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