Sara Domenici analizza l’approfondimento condotto da Fabrizio Mastrorosato nella trasmissione “Istituzioni & Cittadini” andata in onda su Teleroma2 il 30 settembre 2025 che ha messo a confronto architetti, artigiani e innovatori del territorio romano. Un appello corale per riformare la normativa sull’artigianato e restituire voce e spazio ad un patrimonio culturale ed identitario che rischia di scomparire.
“Architettura e Artigianato per la riforma normativa” non è solo il titolo della trasmissione andata in onda su Teleroma2, ma anche l’obiettivo condiviso dagli ospiti in studio: Francesco Saverio Aymonino, Architetto, già vicepresidente dell’Ordine degli Architetti di Roma e coordinatore dell’Urban Center di Roma, Dionisio Mariano Magni, Architetto, presidente di FaròArte per il #MadeinRome e Carlo d’Aloisio Mayo, imprenditore CreArtigiano e vicepresidente di FaròArte.
A sostegno degli argomenti trattati, durante la diretta sono intervenuti anche due ospiti in collegamento: Valeria Leopardi, fondatrice della piattaforma Artigianz.it dedicata agli artigiani artistici e creativi e Luigi De Marco, promotore dell’iniziativa Ceramics … and More, che valorizza i maestri della ceramica e l’incontro con le nuove generazioni attraverso eventi e laboratori esperienziali.
Roma, tra memoria e marginalizzazione
Il dibattito si è aperto con una riflessione sul cambiamento del tessuto urbano di Roma, dove l’antico modello dei rioni, centri vitali del fare e del sapere e aggregatori dei mestieri appartenenti all’artigianato, si sta dissolvendo sotto il peso della gentrificazione (dall’inglese “gentrification”; gentry: piccola nobiltà, alta borghesia”).
Utilizziamo spesso questo termine senza rifletterci molto. Si tratta di un processo che sta sostituendo i protagonisti del mondo dell’artigianato spingendoli verso le periferie e facendo così disperdere la cultura originaria di Roma. La Capitale autoesclude una sua parte fondamentale.
Questo genera davvero un vantaggio effettivo? No, perché la città diventa elitaria e accentua il confronto tra ricchezza e povertà. Non ci sarà più la possibilità di trasferire ai giovani le bellezze e le attività che nascevano all’interno del vecchio rione.
“La città diventa una cartolina per turisti facoltosi, mentre espelle chi l’ha resa viva con la propria manualità e identità”, denuncia l’Arch. Magni.
L’Arch. Aymonino rilancia: “La gentrificazione sostituisce le persone, non le integra. Il rischio è di trasformare Roma in una Disneyland senz’anima.”
Una riforma necessaria
Il cuore della trasmissione è stata la condivisione della necessaria ed urgente complessiva riforma normativa del settore ed in particolare della Legge Regionale del Lazio n. 3/2015.
Su questo tema, FaròArte – già a Febbraio 2024, in occasione dell’evento “Architettura & Artigianato” organizzato dall’Ordine degli Architetti alla Casa dell’Architettura – ebbe modo di illustrare i contenuti di una proposta di Riforma che – in quell’occasione pubblica – accolse l’esplicita e favorevole manifestazione di interesse da parte dell’Assessore alle Attività Produttive, nonché vice-Presidente della Regione Lazio, on. Roberta Angelilli. Tuttavia, a distanza di 20 mesi, nonostante le sollecitazioni in diverse sedi, nessun passo concreto è stato compiuto.
Secondo d’Aloisio Mayo, “la politica e le istituzioni preposte mostrano imbarazzo ad affrontare le ragioni dei fallimenti degli ultimi dieci anni; nel settore Artistico, nell’attuale processo di globalizzazione, non aver prodotto risultati concreti di tutela e di sviluppo – come prescritto dalla Costituzione – equivale ad aver prodotto danni forse irreversibili”.
La proposta di Riforma elaborata e sottoposta all’attenzione del Consiglio Regionale del Lazio da FaròArte mira in particolare a:
- Riconoscere l’Artigianato Artistico e Creativo come “Paesaggio Culturale” (con tutti i benefici, anche fiscali, del settore “Cultura”);
- Superare il modello organizzativo ed imprenditoriale della “bottega tradizionale” per incentivare la creazione di ART HUB dell’Artigianato Creativo;
- Valorizzare i Maestri Artigiani come “tesori viventi”, in ottica UNESCO.
FaròArte continua a perseguire un confronto costruttivo con tutti i soggetti coinvolti, finalizzato ad una reale innovazione del settore.
L’Urban Center come piattaforma d’incontro
Un ponte tra architettura e artigianato potrebbe essere l’Urban Center di Roma, promosso dall’Ordine degli Architetti, da Roma Capitale e da Roma Città Metropolitana. L’Arch. Aymonino lo descrive come “uno spazio dove raccogliere le progettualità della città, raccontarle e restituirle ai cittadini”. In questa visione, le realtà artigiane, spesso ignorate dalle Istituzioni, trovano finalmente rappresentanza. Il centro dovrebbe aprire entro la fine dell’anno. Il dialogo tra progettazione urbana e produzione locale è favorito anche dalla nuova normativa sul Terzo Settore e dal PNRR, che prevede fasi di coprogettazione con i cittadini: “Un’opportunità concreta per ridare voce e ruolo agli artigiani”, osserva Aymonino.
Nuove reti e modelli alternativi
A testimonianza della vitalità del settore nonostante l’assenza di tutele, si è collegata Valeria Leopardi, fondatrice di Artigianz.it, circuito appena nato che aggrega già oltre 30 artigiani artistici e creativi.
“Sono figure non rappresentate da nessuno. La nostra piattaforma offre visibilità, una community e persino la possibilità di aprire e-shop. Finalmente possono raccontare le loro storie.”
Il progetto, giovane ma in espansione, risponde a un problema chiave: la scomparsa delle botteghe fisiche e la necessità di strumenti digitali per mantenere viva la relazione con il pubblico.
“Recuperiamo le connessioni umane perdute”, afferma Leopardi.
Sulla stessa linea anche Luigi De Marco, promotore dell’iniziativa Ceramics … and More, un contenitore di eventi e dimostrazioni dal vivo che mette in contatto maestri artigiani, scuole e pubblico.
“Il nostro obiettivo è creare relazioni, collaborazione e passaggio di competenze tra generazioni.”
Superare il concetto di “impresa artigiana”
Uno dei punti più forti emersi durante la diretta è la necessità di superare la visione ristretta dell’artigiano creativo come titolare di impresa artigiana. “Oggi – spiega D’Aloisio Mayo – molti artigiani non possono sostenere economicamente una partita IVA. Ma sono veri custodi di saperi. Escluderli dalla legge significa cancellarne la storia.”
Da qui l’importanza di nuove forme di aggregazione e modelli organizzativi orizzontali e sostenibili.
Cultura, scuola e territorio: la strada da seguire
Il confronto si è chiuso con una domanda significativa: può la cultura sposarsi con le esigenze quotidiane, come avvenne a Firenze, dove i locali comunali venivano dati in uso simbolico agli artigiani, che in cambio insegnavano l’arte orafa ai giovani?
“Sì – risponde Aymonino – dobbiamo promuovere la cultura della committenza e creare occasioni per raccontare questi temi alla cittadinanza.”
Magni sottolinea il valore della customizzazione, resa oggi possibile dalle tecnologie digitali: “L’artigiano può creare prodotti unici, pensati per un cliente specifico. Ma serve un contesto adatto, strutturato e condiviso.”
La parola d’ordine è filiera coordinata. “ricerca, creatività, produzione, marketing, mercato, distribuzione: ognuno deve apportare la propria competenza in un modello organizzativo nuovo, indispensabile, oggi, per rilanciare l’identità culturale di Roma ed attualizzare la sua grande bellezza”, conclude d’Aloisio Mayo.
Un invito chiaro a politica, istituzioni e cittadini: tornare a credere in un artigianato che non è nostalgia, ma progetto di futuro.
Conclusioni
Il confronto trasmesso su Teleroma2 ha evidenziato con forza una verità spesso dimenticata: architettura e artigianato non sono settori separati, ma anime complementari di un’identità urbana che rischia di scomparire sotto il peso della marginalizzazione e dell’indifferenza istituzionale.
Il messaggio degli ospiti è stato chiaro: servono politiche nuove, coraggiose e condivise, che sappiano riconoscere l’artigianato come risorsa culturale, educativa ed economica.
Riformare la legge regionale, creare spazi di progettazione partecipata come l’Urban Center, valorizzare le reti digitali e promuovere nuovi modelli organizzativi sono passaggi urgenti e non più rimandabili.
In gioco non c’è solo il destino di un settore produttivo, ma la possibilità di immaginare una Roma che sappia coniugare bellezza e lavoro, memoria e innovazione.
L’Artigianato Creativo non appartiene “solo” al passato: è una chiave per costruire il futuro.
di Sara Domenici