Dionisio Mariano Magni, amico storico di Giancarlo Micheli, architetto e presidente di “FaròArte” ha elaborato questo documento con l’auspicio di concorrere a promuovere il profilo artistico e culturale del Maestro romano, presidente onorario del Comitato promotore della “Fondazione di partecipazione per il #MadeinRome”.
Note Biografiche
Giancarlo Micheli nasce a Roma il 15 Aprile 1940 nel rione Parione.
A sei anni entra all’ospedale «Bambin Gesù» per una grave infezione degenerante della gamba dx contratta giocando sulle macerie del dopoguerra e ne esce all’età di 15 anni senza alcuna istruzione.
Iniziò quindi a frequentare un Centro di avviamento al lavoro come allievo ceramista. Le sue doti nel disegno e nella pittura su ceramica furono notate dalla istruttrice del corso che lo selezionò per formare un gruppo di lavoro nella riproduzione su ceramica di immagini di «Roma sparita» e ritratti pittorici di artisti famosi.
La riproduzione del quadro di Renoir «La Liseuse» fu notato da Andrea Spadini, noto sculture, figlio di Armando Spadini, che lo volle nel suo atelier dove Giancarlo Micheli si perfezionò nell’arte del disegno e della pittura ad acquerello.
Lo stesso Andrea Spadini, insegnante presso il Liceo Artistico di Roma, spinse Giancarlo Micheli a sostenere l’esame di capacità artistica, specifico per ammissione al Liceo, possibile anche a chi non aveva un percorso scolastico antecedente.
Terminato il Liceo Artistico iniziarono le prime esperienze come insegnate d’arte. Nell’Anno Accademico 1960/61 si iscrisse alla «Facoltà di Architettura» di Valle Giulia a Roma, dove si laureò nel 1972.
Furono quelli gli anni in cui maturò in lui una maggiore attenzione al mondo del lavoro e dei diritti sociali dei lavoratori, anche con l’adesione al «P.C.I.».
Nel 1996, chiamato a collaborare nei lavori di preparazione progettuale alla candidatura di Roma alle «Olimpiadi» del 2004, iniziò ad avvalersi della collaborazione di Loredana Galasso, sua allieva nel 1986.
Il lavoro per le Olimpiadi aprì a molte altre collaborazioni in ambito architettonico, ma soprattutto furono stimolanti della vena artistica le commissioni di disegni e di opere per il «CEFME» e la «Cassa Edile di Roma e provincia», lo studio e la realizzazione del monumento in memoria del magistrato «Giovanni Falcone» realizzato a Roma in Piazza Bologna, il quadro realizzato per l’«Ospedale Pediatrico» di Varese, gli studi ed i lavori in Val d’Orcia e sul tema del «Tributo» ripartendo dall’affresco di Masaccio.
il Progetto
Il progetto nasce con lo scopo di rendere il giusto valore e la necessaria promozione culturale e sociale alla poliedrica figura artistica ed umana del Maestro Giancarlo Micheli.
Considerata l’ingente mole della complessiva opera artistica, architettonica e culturale svolta in oltre 50 anni di attività, il progetto è complessivamente finalizzato a promuovere la costituzione della «Fondazione del Maestro Giancarlo Micheli».
Il percorso si articola in iniziative progressive ed azioni sussidiarie volte a perseguire la tutela della personalità artistica e culturale dell’Artista, preservandone l’opera di ricerca culturale dedicata alla Pittura, alla Scultura, all’Architettura e all’Arte del Costruire; attività espressa con varie tecniche rappresentative e ricca di studi grafici, disegni per opere sia progettuali che pittoriche.
Queste le prime tre iniziative che si propone di rendere operative:
– Definizione della Biografia Sociale
– Allestimento della Mostra “Il Tributo e la Misericordia”
– Riordino archivistico dell’intera opera
la Biografia Sociale
Quest’opera si rende necessaria per comprendere la complessità del compendio umano-artistico di Giancarlo Micheli, nonché la sua intima relazione con Roma e con la cultura sviluppatasi in occidentale.
All’età di 15 anni iniziò a mostrare i primi segni della poliedricità artistica che contrassegnerà tutta la sua attività con la produzione di opere uniche e ispirate da una immanente spiritualità.
La grandissima produzione artistica è sommariamente suddivisibile in base al periodo storico e di vita sociale vissuta dal Maestro, ma costantemente ispirato da grandi Artisti del passato.
Opere mai frutto di improvvisazione, ma sempre commentate ed interpretate nel loro significato più intrinseco e profondo attraverso citazioni personali racchiuse in riflessioni filosofiche e sociologiche.
La vita di Giancarlo Micheli si può suddividere in diversi periodi di crescita artistica: il periodo giovanile, il periodo dell’insegnamento, il periodo della libera professione ed infine il periodo della maturità artistica ed umanistica dove convivono pittura, progettazione architettonica, visione sociale, filosofia e psicologia educativa nella dimensione sia dell’insegnare che in quella dell’impegno politico.
Mostra «Il Tributo e la Misericordia»
La Mostra espone undici opere pittoriche di Giancarlo Micheli che affrontano in chiave artistica il tema economico sociale del «Tributo» come compito reclamato in forma di equità sociale.
L’Artista parte dalla lettura dell’opera di Masaccio che nella «Cappella Brancacci» (chiesa di Santa Maria del Carmine a Firenze) dipinge tra il 1424 e il 1426 l’affresco che racconta del «tributo» per l’ingresso a Gerusalemme di Gesù e degli Apostoli.
Giancarlo Micheli rilegge questa opera e la ripropone nell’attualità di oggi, dove lo stesso tema appare nella desolante distanza che intercorre tra la necessità di equità sociale invocata dalle classi sociali subalterne e la perentorietà dell’imposizione dei governanti, una distanza che umilia nei deboli l’attesa della speranza di nuovi valori condivisi e mortifica nei potenti il valore della «misericordia».
E’ un richiamo dell’autore estremamente attuale alle politiche tributarie, doganali ed escludenti di quanti ai nostri giorni sopportano il peso della disuguaglianza; un peso per cui affogano insieme ai migranti ed ai poveri nel mare delle ipocrisie e delle brame di potere, sia l’equità che la misericordia, lasciando ai più umili l’unico sentiero possibile, da percorrere come Pellegrini in cammino verso la speranza di un «Nuovo Umanesimo».
La mostra, si propone di affrontare dal punto di vista contemporaneo la rilettura in codice artistico dello spirito che ha animato il rinnovamento pittorico rinascimentale, ponendo al contempo un suo punto di osservazione sull’avanzamento dello “Spirituale nell’Arte” che, proposto da Kandisky ad origine dell’astrattismo moderno, ha motivato la ricerca di nuovi «Paesaggi Culturali» per le nostre società occidentali.
La mostra vuole esprimere, oltre che un alto e ben leggibile valore culturale, anche un distinto carattere didattico.
Infatti, le opere, se nell’impostazione scenica si innestano sulla lezione prospettica rinascimentale, in quella emotiva prendono in prestito composizioni pittoriche di Masaccio, Raffaello e Caravaggio, nonché composizioni architettoniche di Bernini e Borromini , riproponendole all’interno del contesto urbano storico di Roma, così come le ha vissute ed attentamente osservate l’Artista nella sua vita.
La funzione didattica sarà vivacizzata dall’esposizione di disegni, acquarellati e grafici, affiancati dalle annotazioni d’ispirazione emotiva ed a dialogo immaginario di Giancarlo Micheli con gli artisti e gli intellettuali che incontra nel suo percorso sui sentieri della cultura occidentale.
Riordino archivistico dell’intera Opera di Giancarlo Micheli
Il riordino archivistico dell’opera di Giancarlo Micheli si rende necessario come passo propedeutico alla realizzazione di un «Catalogo ragionato» dell’intera opera.
Tale obiettivo necessita di un fondo cassa destinato che si pensa di poter costituire mediante la commercializzazione di immagini fotografiche riprodotte a stampa dei disegni prospettici di Roma ricostruttivi dell’immagine della città nelle epoche storiche, romana, medioevale, rinascimentale, barocca.
Le ricostruzioni furono eseguite basando il disegno prospettico sulla morfologia del territorio e sulla cartografia urbanistica della «Forma Urbis»; ricerca scientifica sulla città di Roma a cui aveva collaborato.
Queste opere si basano sulla ricostruzione prospettica della cartografia di base e la restituzione grafica dei manufatti, architettonici ed edili, individuabili come appartenenti all’epoca storica fissata, sia nelle porzioni che negli interi complessi architettonici conservati ed oggi visibili o riconoscibili in disegni o iconografie storiche delle «Vedute di Roma».